La periferia come stato d’animo
È andata così: Roberto Camurri presentava il suo primo libro in un paese vicino a casa e si è avvicinata per un autografo una ragazza, che aveva già il libro e l’aveva acquistato da Periferica. Questo nome ha fulminato Roberto.
Sì, perché lui di periferie se ne intende: ci è nato e le frequenta ogni giorno, sia fisicamente che metaforicamente, dato che lavora nel sociale, nell’ambito della salute mentale.
Per questo, da lettore e da autore ricerca e apprezza le librerie di periferia, quelle che si spendono per creare cultura e comunità là dove non ci sono.
Quelle dove, come da Periferica, si ritrova cura, discrezione e uno sguardo aperto e attento, che sa cogliere le opportunità e non solo i limiti della periferia.
I suoi primi due libri li ha presentati qui online. L’ultimo, Qualcosa nella nebbia, finalmente ce l’ha portato di persona, prima di partire per altre librerie del sud: la libreria Kiria di Potenza, la libreria I funamboli di Barletta, la libreria Skribi di Conversano, la libreria Macaria di Gallipoli.
L’ha fatto sottoponendosi al “metodo Periferica”. Per raccontare il libro che presentano, Chiara e Federico scelgono alcune parole. Poi Chiara le illustra e durante la presentazione, mostra all’autore (o all’autrice) le illustrazioni, che diventano la traccia per parlare del libro.
Solo un altro modo per creare legami.
Segnalibro
Roberto Camurri ha incontrato tardi la lettura. Forse è per questo che quando parla di libri, lo fa come se fossero persone. Con un’immensa gratitudine per avergli, da Carver in poi, “aperto un mondo”.
Ecco tre dei suoi libri del cuore.