Un poeta nel suo ambiente naturale
100% bolognese. Così si definisce Luca Gamberini, e se ci parli capisci subito che tra lui e la sua città è in corso una storia d’amore.
Lo dicono anche le sue poesie: quelle raccolte nei due libri che ha pubblicato, Un etto d’amore (Lascio?) (Ensemble 2018) e Pensa che cretino che è l’amore (Mondadori 2021), e quelle che viaggiano in fogli sparsi, battute a macchina con la sua inseparabile Olivetti Lettera 22.
Dal 2019 e fino a poche settimane fa infatti (pandemia permettendo), Luca ha girato l’Italia con la sua performance poetica #PoesiaEspressa©, scrivendo poesia estemporanea nei luoghi più diversi: librerie, musei, festival del libro.
Una performance nata per mostrare l’atto poetico in pubblico e concepita come un omaggio ai luoghi di cultura, a partire dalla sua libreria preferita a Bologna: La Confraternita dell’uva.
Da quando la Confraternita ha aperto i battenti, Luca l’ha subito frequentata e apprezzata, prima come enoteca poi per la selezione dei libri, tra cui (cosa non scontata!) uno scaffale di poesia ben fornito.
Proprio qui gli è venuta voglia di tornare a scrivere poesia e proprio qui ha presentato per la prima volta i suoi libri.
Del resto Luca è un artista poliedrico: poeta, fotografo, blogger. Nel quartiere Santo Stefano si sente a casa, non solo perché, con i suoi locali, è uno dei centri più frequentati della movida bolognese, ma anche perché è un quartiere culturalmente molto vivace, con un’offerta attuale e di qualità sia per il cinema (Rialto Studio) che per il teatro di prosa (Teatro Duse).
Segnalibro
Abbiamo chiesto a Luca Gamberini quali sono i suoi “magnifici dieci”: i suoi libri fondamentali. Ne è venuto fuori un elenco che rispecchia le sue abitudini di lettura: 70% poesia, 30% narrativa.
Perché si sa, i libri che leggiamo parlano di noi!